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Recenqualcosa "Trollslayer" di Robin Gale


Editore: Winter Edizioni

Autoconclusivo

Pagine: 199


Nel panorama del fantasy italiano, spesso popolato da saghe epiche e drammi mitologici, Trollslayer di Robin Gale, si presenta come un vero e proprio outsider.

Quello che Robin Gale tira fuori dal cappello – o dal boccale, più probabilmente – è una piccola perla di fantasy umoristico all'italiana. Lontano dalle atmosfere cupe o eccessivamente epiche a cui molti lettori del genere sono abituati. Un’avventura brillante, surreale e sfacciatamente ironica, che omaggia il fantasy classico… mentre lo prende allegramente in giro. Quindi, passiamo alla recenqualcosa, ovvero: come ho imparato ad amare i nani sbronzi e a diffidare dei reggenti grassi. Sulla seconda avevo già esperienza sulla prima... vi basti sapere che parlavo quenya fluentemente.


Siamo nella regione di Anthima, a Oldham, un posto talmente sperduto che anche le mappe lo ignorano per pietà. Un troll enorme e molesto sta devastando campi, razziando barili di idromele e disturbando la quiete pubblica (cioè l’ozio dei contadini). Il reggente, tale Fogg, un uomo viscido con la faccia da amministratore di condominio in campagna elettorale, decide di risolvere il problema emanando un bando per eliminare la creatura.… con una bugia. Promette una ricompensa per chi ucciderà il troll, ma in realtà non ha intenzione di pagare niente a nessuno, truffando non solo colui che risponderà al bando ma anche gli stessi cittadini.


A rispondere all’appello è un nano vagabondo, anzi no, scusate, una nanessa. Quello che segue è un viaggio inaspettato, dove la caccia alla bestia si trasforma in una serie di situazioni grottesche, incontri assurdi e piccoli colpi di genio. Il bello (o il brutto, dipende da voi) è che questa non è una di quelle storie dove si parte per salvare il mondo. Qui si parte per menare un troll… e basta. Il problema è che il troll non è proprio il solito troll e la nanessa non è il tipo di nano a cui siamo abituati. Lo so, ve lo state chiedendo tutt*, la nanessa ha la barba? Beh, io lo so, voi dovete leggerlo per saperlo.


Il tono del romanzo è dichiaratamente ironico. Robin Gale si diverte – e si sente – a scrivere un fantasy che gioca con i cliché del genere: il nano (dannazione, nanessa) burbero, i troll cavernicoli, la magia che corrompe, e la politica che non ha bisogno di corrompere, è corrotta. Scrive come se fosse seduto accanto a te in taverna, mentre ti racconta la storia tra una risata e una bestemmia strozzata. L’autore inserisce frequenti digressioni che s'infilano nella narrazione principale con note curiose sul mondo di Anthima, facneod si che il worldbuilding venga introdotto senza bisogno di mettere paragrafi di spiegoni nella narrazione centrale. A tratti, la lettura sembra quella di una partita di gioco di ruolo un po’ ubriaca, dove il narratore è il primo a ridere dei suoi stessi personaggi.


Trollslayer è un libro che si ama o si odia. I suoi punti di forza – l’umorismo, l’originalità, la leggerezza – possono anche essere visti come limiti, se si cerca un’opera più tradizionale. La struttura di cui parlavamo sopra può risultare frammentata, e non tutti i personaggi secondari lasciano il segno. Alcuni lettori potrebbero trovare l’ironia un po’ forzata o troppo marcata, specialmente se abituati a un fantasy più “serio”. Qui siamo in un'ambientazione tra Skyrim e la sagra del cinghiale. Io personalmente amo molto entrambe.


Trollslayer è una di quelle letture che ti sorprendono. Non perché sia perfetta, ma perché ha una voce unica, una personalità sfacciata, e ti fa ridere con la leggerezza di chi ha capito che non bisogna salvare il mondo ogni volta che si scrive fantasy. A volte basta salvare sé stessi dalla noia e questo volume riesce decisamente nell'impresa- Riesce anche a far amare una nanessa a una che ha sempre amato gli elfi.


Lo consiglio? Sì, se ami le storie demenziali, i nani ubriaconi, e le trame che fanno più curve di una mulattiera alpina. No, se cerchi draghi filosofici o storie d’amore tormentate. Qui ci sono solo troll puzzolenti e politici peggio del troll.

Una lettura consigliata a chi ha voglia di staccare dai soliti canoni del fantasy e lasciarsi trascinare in una storia fuori dagli schemi – magari con un boccale di idromele in mano.








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