Editore: Fanucci Editore
Vol. 1 di 2
Pagine: 372
Vi ho mai detto quanto io ami le ambientazioni orientali? No? Oh beh, le amo moltissimo.
Questo libro è stato un viaggio meraviglioso in una Cina storiograficamente modificata per permettere alla parte fantasy di svilupparsi così come l'autrice l'aveva immaginata nella sua mente. Ho capito che lo avrei amato dalla prima pagina, ultima riga della nota di contenuto dell'autrice: "(oltre che per riluttanza a imparare una lingua morta ai fini di un romanzo fantasy).", Kylie ti ho amata.
Ma lasciate che vi dia qualche informazione i concetti alchemici di base sono presi dall'alchimia cinese del VIII secolo, sebbene siano completamente rimaneggiati nella pratica ma, soprattutto, nel raggiungimento di un obiettivo. Se in realtà questo non è mai successo, nel volume della Baker gli alchimisti sotto la dinastia Tang sono riusciti a creare un elisir dell'immortalità. Coloro che possono permetterselo, infatti, tramite una dieta di oro alchemico hanno raggiunto la vita eterna. Gli Alchimisti Imperiali sono riusciti non solo a rendere le persone immortali ma anche a controllarne l'invecchiamento, sebbene ancora immuni a malattie e incidenti, nobili e ricchi se capaci di evitare questi rischi, possono sopravvivere in eterno. L'Imperatrice infatti ha almeno un secolo di vita.
La narrazione ci porta nel 775 a Guangzhou dove incontriamo la nostra protagonista: Fan Zilan. Orfana dei genitori, ha diciassette anni ed è stata accolta nella famiglia degli zii, cresciuta come loro figlia. Zilan e i cugini, per aiutare appunto gli zii hanno affiancato all'impresa di famiglia un'attività illegale. Mentre in negozio continuano a vendere mìngqì per riempire le bare di coloro che trapassano, sul retro, la notte, resuscitano i morti. Ah, un'alchimia tanto affascinante quanto illegale, se si scoprisse che Zilan la pratica sarebbe un vero problema. Nel senso che sarebbe condannata a morte, insieme ai cugini, ovviamente. I cugini Wenshu il maggiore e Yufei la minore sono personaggi secondari, si, ma molto rilevanti. Oltre agli zii sono tutto quello che le è rimasto e in loro Zilan si aggrappa con tutte le sue forze per cercare di mitigare tutte le sue debolezze.
Zilan ha diciassette anni e in lei è ben inciso il dolore dell'abbandono. L'abbandono della madre morta anni prima, in un età dove Zilan non ha potuto fare a meno che sentirsi abbandonata e del padre. Un padre che le ha dato il nome di un erbaccia, che quando la madre era in letto di morte se n'è andato promettendo di tornare con una cura e non è mai tornato. Quel padre che l'ha ressa diversa dagli altri con la sua genetica estera, che le ha dato arti troppo lunghi, statura smisurata e tratti che rendono evidente che lei sia di razza mista. Inutile che vi spieghi il modo in cui nella Cina imperiale venissero guardati coloro che non erano di "razza pura", vero? Zilan è un animo ferito che ha trovato il modo di combattere la vita e la propria condizione, ce ha trovato nell'eredità di quel padre alchimista una via per una redenzione che ritiene di dover compiere. Perché Zilan porta sulle spalle il peso di doversi sentire abbastanza, di dover dimostrare di meritare l'amore degli zii e dei cugini.
Ed è con questi sentimenti che si prepara a seguire i cugini a Chang'an per glie sami imperiali. Loro tenteranno di superare gli esami come studiosi, ZIlan cercherà di entrare fra le fila degli Alchimisti Imperiali. Sebbene un giovane nobile le abbia bussato alla porta per chiedere le sue arti proibite le abbia caldamente sconsigliato di mettersi al servizio dell'Imperatrice, nessuno potrà farle cambiare ide, specialmente un ricco da cui ha rifiutato un compenso esorbitante. Lei, Wenshu e Yufei devono andare a Chang'an per poter mandare i soldi agli zii. Il rincaro dei prezzi non finirà e se loro dovessero fallire gli zii, già malati, non potranno sopravvivere a lungo. La loro partenza ic conduce nel vivo di una narrazione caratterizzata da tinte scure. I sentimenti di Zilan si ripercuotono su di noi facendoci percepire ognuna di quelle insicurezze che la plasmano. La difficoltà delle prove che dovrà sostenere per essere ammessa nella corte imperiale ci lascerà ogni volta senza parole.
Non solo la loro complessità ma il modo in cui una ragazzina che non viene considerata all'altezza per genere e genetica. Il modo in cui gli sguardi di disapprovazione le scivolano addosso quelle volte in cui non viene fatta sentire invisibile. Solo una persona non la guarda così, una persona che le ha bussato alla porta e che lei ha rifiutato: il principe ereditario. Sarà proprio Hong ad invischiarla fino al collo negli intrighi di corte e nelle sue politiche mortali. Sarà lui con il suo animo fin troppo sensibile a scavarle dentro capendola semplicemente con uno sguardo. Un romanzo che si legge senza fiato, il cui ritmo narrativo aumenta dopo ogni pagina portandoci davanti a colpi di scena incredibili uno dopo l'altro. Le svolte della trama sono come curve a gomito nella neve con le gomme lisce, estive. Le note dark arrivano con calma, prendendo il sopravvento e macchiando via via le pagine con sempre più sangue.
Se amate i dark fantasy, quel tipo di magia oscura che richiede un prezzo, le ambientazioni dorate e i personaggi non solo ben costruiti ma vividi sul foglio di carta, questo è il vostro libro. Se amate quelle protagoniste che sono forti nelle loro debolezze, consce delle proprie forze e della propria fragilità, Zilan è la vostra protagonista. Se amate i principi che devono essere salvati ma che non permetteranno mai a lei di salvarlo perché non possono accettare che perda anche solo una minima parte di sé stessa, Hong è il vostro principe. Se amate i personaggi secondari che non sono solo una spalla ma una colonna portante di tutta la narrazione, Wenshu e Yufei saranno il vostro sogno. Se amate le narrazioni solide che vi fanno perdere il controllo emotivo per poi lasciarvi di stucco, che vi trascinino in intrighi di corte dove non saprete più se fidarvi nemmeno di voi stessi: Kylie Lee Baker ha scritto il libro che state cercando.
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