
Editore: Rizzoli
Vol 1 di 3 (sembra)
Pagine: 612
Il nostro nuovo romantasy preferito? Forse.
Bisogna ammettere che non è stato un istant love, al contrario, ci ho messo più di cento pagine a entrare veramente nella storia, il che mi stava facendo perdere la poesia. Però poi ha ingranato e ci tengo a dire da subito che no, Kingfisher non è rientrato nei miei bookboyfriend, ci è entrato Carrion. Carrion, l'unico personaggio intelligente che incontriamo nel corso del libro, grazie Carrion, ti amo.
Iniziamo dal principio. Deserto, condizioni di vita pressocché inumane dove per un bicchiere d'acqua le persone sono disposte a fare qualsiasi cosa. Okkei, deserto dove? Allora, ci troviamo a Zilvaren City, divisa in settori, noi siamo nel terzo, il peggiore, ovviamente! La nostra protagonista, Saeris, per quel bicchiere d'acqua è disposta a tutto, anche rubare dalle riserve della regina, anche sconfinare in altri settori per rubare qui e là e poter barattare la refurtiva per ciò che le serve per mantenere sé stessa e suo fratello in vita. Saeris è una protagonista complessa, capace di unire in sé forza e vulnerabilità.
Nelle prime pagine del romanzo seguiramo Saeris durante un furto, il guanto di una guardia, non una grande idea se posso permettere un'opinione. Eppure, nonostante sappia che ci saanno delle conseguenze, Saeris non demorde e torna nel proprio settore con l'oggetto incriminato sentendosi dire che non è stata una grande idea dall'uomo, Elroy, che le ha dato un lavoro nella sua fucina e che è sempre stato presente per loro dalla morte della madre di cui lo stesso Elroy. E se io ed Elroy lo abbiamo detto, la cattiva idea si presenta nel Terzo Settore sottoforma di soldati che non solo cercano il guanto ma colei che lo ha rubato per poterla punire.
Ovviamente le cose si complicano subito, perché mentre Saeris sta minacciando Carrion per far si che non giochi più d'azzardo con suo fratello e ha affidato la preziosissima borsa con il guanto dorato al fratello beh, ecco che arrivano i soldati e accusano proprio lui sebbene cerchino una ragazza questo non è importante. Uccideranno entrambi. Seguono colluttazioni, ovviamente. Alla fin fine Saeris viene catturata e condotta in prigione. In seguito viene portata al cospetto della malvagia Regina Madra e da lì, partirà attivamente la narrazione. Accadono cose che non vi dico, vengono dette cose che non vi svelo e boom, si apre un portale nel quicksilver, un lago di argento vivo, liquido da cui emerge la Morte stessa.
Questa morte non è nient'altro che Kingfisher il nostro morally grey, mezzo pazzo, bello tutto. Lui la prende e porta tramite il portale di quicksilver ad Yvrelia, il regno dei Fae. Qui Saeris dopo una degenza si trova ad essere l'unica umana e a quanto pare Alchimista. No, spè, cosa? Eh già, pare che non sia stato propriamente casuale che sia riuscita ad aprire il portale risvegliando il quicksilver. Saeris è un'Alchimista, qualcosa che non si vedeva da secoli, qualcuno in grado di svegliare e lavorare il quicksilver. Ah giustappunto il quicksilver è un metallo particolarissimo, preziosissimo e che nessuno riusciva più a lavorare. Il quicksilver concede poteri alle armi, per dirne una e ora il re di Yvrelia che vi dirò, non è una personcina particolarmente simpatica o piacevole, pretende che Saeris trovi il modo di lavorare nuovamente il quicksilver e aprire nuovamente i portali.
Facile a dirsi, meno a farsi. Saeris non ha idea di come ci sia riuscita la prima volta e non ha nessuna fonte su cui basarsi perché gli Alchimisti si sono ben guardati dal lasciare informazioni utili. Grazie siori Alchimisti. La permanenza di Saeris si rivela essere anche poco godevole, tralasciando la mortale preoccupazione sulle sorti del fratello, Elroy e tutti coloro che conosce, i Fae non sembrano propensi ad accettare un'umana. Kingfisher la tratta malissimo, non la chiama nemmeno per nome e sebbene la gentilezza della principessa è evidente che quel regno la schiaccerà e Saeris non ha idea di come tornare a casa. Inutile che vi dica che poi le cose cambiano, almeno un pochino. Da qui in poi non vi dirò nulla sulla trama, lo sapete fin troppo bene che sono contraria agli spoiler. Vi dirò però che l'alchimia non è solo una magia Fae ma anche quello che scorre fra Saeris e Kingfisher. Una chimica degna di un dark romance.
Ecco, questo della Hart si può dire, penso che abbia integrato bene l'aspetto fantasy con il dark romance. Come dicevo all'inizio non sono riuscita a immergermi subito nella narrazione e il motivo sinceramente non lo so, non è che sia scritto o gestito male, come ogni fantasy ha bisogno del suo tempo ed è un aspetto che io apprezzo sempre molto. Forse troppo piatto? Non saprei dire ma, nel momento in cui ci sono sprofondata dentro mi è piaciuto molto. I personaggi sono tutti ben caratterizzati e, devo ammetterlo, i miei preferiti sono personaggi secondati, non i due protagonisti. I colpi di scena non mancano, così come l'equilibrio fra fantasy e romance, e gli amici pelosetti bellissimimeravigliosssisimimorbidinicariniamorini, Onyx ti amo. Il finale è un tipico finale che invoglia a continuare la saga ma, se posso dire la mia, non mi ha convinta al 100%, anche qui, perché? Non lo so ma qualquadra non mi ha cosato.
Volume certamente consigliato a chi ama il fantasy romance che non dimentica di essere in primo luogo un fantasy. A chi ama gli amori che si, sono chiamatissimi ma ci mettono il loro tempo a rispondere. A chi apprezza sempre un pizzico di magia fae per riempire le proprie notti.

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