
Editore: Ne/oN Libri
Autoconclusivo
Pagine: 320
Non mi sento di dire che non mi sia piaciuto, però alo stesso modo non mi è nemmeno piaciuto piaciuto.
Ho adorato l'idea della trama, la storia in sé è incredibilmente originale e fuori da qualsiasi schema, però in alcuni punti ho trovato la narrazione estremamente lenta e a tratti anche ripetitiva. Il romanzo è, come dicevo, molto originale. La protagonista è un mostro di poche e irriverenti parole, decisamente fuori posto anche con sé stessa. I trigger warning esistono e se siete deboli di stomaco non ve lo consiglio perché ci sono numerose scene che posso decisamente risultare disturbanti, per farvi un esempio il mangiare gli umani, il creare i propri tessuti, il sangue… Insomma, le solite cose.
Cerchiamo come sempre di seguire una sottospecie di ordine all'interno di questa recenqualcosa, la nostra protagonista è Shesheshen, la fatica nel leggere ogni volta questo nome come fosse uno scioglilingua mentale non ve la sto nemmeno a dire. La qui citata è una mutaforma invertebrata, allora, immaginatevi un blob grigio di carne assetato di carne umana e sangue, ce l'avete? Eccovi Shesheshen, un mostro che conosce poco anche di sé stessa giacché la madre è morta e il padre, beh, il padre era un umano all'interno del quale sono state deposte le uova sua e dei suoi fratelli e sorelle. Fratelli e sorelle che ha divorato insieme al padre venendo al mondo. Il padre è il nido che ricorda con nostalgia, quel calore, quella sazietà che sono propri dell'infanzia, anche i mostri hanno diritto di quel senso di idilliaca protezione che riconduce ai primi anni di vita.
Shesheshen cresce sola, senza nessuno della propria specie a farle da guida, gli umani non sono altro che nutrimento e non si allontana nemmeno mai da quella che è diventata la sua tana. L'antica residenza dei Wulfyre, abbandonata dagli stessi ora è il suo luogo di pace e Shesheshen se ne sta tranquilla in letargo dentro la sua vasca di acqua quando il figlio maggiore della suddetta famiglia, accompagnato da due cacciatori decide che è giunto il momento di disturbare il suo sonno per porre fine all'esistenza della viverna che ha maledetto la sua famiglia, si, la viverna sarebbe Shesheshen. Il nostro mostro preferito riesce a sbaragliare i tre, uccide il Wulfyre e ferisce facendoli scappare i cacciatori. Purtroppo resta ferita con un dardo di una freccia, rocambolesche situazioni la portano in città e poi giù da un burrone. Anche se sei un mostro precipitare in un burrone, senza contare il rosmarino in circolo, non è una passeggiata.
Inaspettatamente, sopravvive. Certo non è stato un caso, un miracolo divino. No, è stata Homily. E chi è Homily? Una donna umana che ha scambiato Shesheshen per un'umana e che ha quindi provveduto a salvarla e a prendersi cura di lei. Shesheshen dovrebbe mangiarla, subito, invece lascia che le attenzioni di Homily la incuriosiscana, la facciano desistere dal fare un lauto pasto e la portino a legarsi sempre di più a questa donna così particolare. Grazie al legame che si crea fra le due noi abbiamo modo di conoscere ancor meglio il lato irriverente del mostro, Shesheshen complice la totale ingenuità verso i comportamenti e le usanze umane si rivela spiritosa e fuori dagli schemi, capace di portare sempre un sorriso sul viso dell'amica che diventa ogni momento qualcosa in più. Un legame che la porta a sentirsi irrimediabilmente attrata dall'umana, a considerarla la propria ragazza, quel qualcuno in cui fare un nido per le proprie uova. Ma sarà così? Shesheshen infilerà le sue uova nelle carni calde di Homily?
I Wulfyre riusciranno a interrompere la maledizione che colpisce la loro famiglia e che Shesheshen non ha di certo lanciato? Come ci sarà finita la fantomatica viverna a cacciare sé stessa? Shesheshen salverà il proprio mondo e le proprie abitudini? Sceglierà di salvare la donna umana che le ha aperto nuove finestre sul mondo? Le domande sono innumerevoli, la narrazione potrebbe prendere qualsiasi piega e le descrizioni macabre non mancheranno mai, così come personaggi dalle personalità discutibili. Per alcuni ho festeggiato la dipartita. Quello che scopriremo è che nulla nell'istmo è come sembra e scegliere talvolta comporta sacrifici che nessuno poteva immaginare.
Come dicevo ho a volte trovato il ritmo lento e alcuni passaggi ripetitivi, però in questa cascata di sangue e organi, sono strana oramai lo sappiamo, ho trovato un'atmosfera cozy. L'ho trovata una lettura proprio carina, sebbene avrei preso a testate lo spirito di sacrificio di Homily e anche di Shesheshen in un certo senso, avrei preferito un finale diverso, non so, secondo me sarebbe stato perfetto lasciarci al prima del letargo, insomma, mi piacciono i finali crudeli. È sicuramente un'ottima lettura per coloro che amano le trame che sappiano realmente essere originali, per coloro che apprezzano quando le pagine si impregnano (tingono è riduttivo) di sangue e che amano trovarsi davanti a situazioni che possano urtare la sensibilità. Mi sento di aggiungere, perché so che si può non avere problemi co la peggio violenza ma avere questo tallone d'Ahille: ci sono scene dettagliate di violenza sugli animali. In queste scene io faccio sempre molto fatica quindi mi piace avvisarvi.
Lo consiglio per la spooky season, che ve lo dico, in Casa Sterne finisce a malincuore all'arrivo di Dicembre ma che ad essere onesti, non se ne va mai. Soprattutto, però, lo consiglio perché è davverodavverodavvero difficile riuscire a trovare una storia così particolare e io ho spesso necessità di leggere cose diverse.

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