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Recenqualcosa "La Terra delle Cose Perdute" di John Connolly

Immagine del redattore: Naia SterneNaia Sterne

Editore: Fanucci

Vol. 2/2

Pagine: 372


Oggi torniamo a parlare di un libro di John Connolly con il secondo libro della sua dilogia: "La Terra delle Cose Perdute". Il secondo volume si riallaccia al precedente "IL Libro delle Cose Perdute" di cui abbiamo già parlato in Casa Sterne e va ad espandere l'universo fiabesco e oscuro che avevamo già avuto modo di conoscere in precedenza. Se nel primo volume avevamo seguito il giovane David nel suo viaggio attraverso dolore e perdita, questa volta seguiamo Ceres una madre single la cui figlia a seguito di un incidente è in coma.


Come nel precedente libro la solitudine e il dolore della protagonista diventano nostri, specialmente se come Ceres siete madri vi sarà impossibile non soffrire insieme a lei facendole compagnia accanto al letto della figlia. Connolly ci dimostra anche questa volta la sua capacità di rielaborare le fiabe del folklore in una chiave più oscura, metafore per le paure e i sentimenti della protagonista. Non dimentica mai di dedicare tempo e parole nei confronti dei nostri compagni più fedeli: i libri.


Il suo stile è ancora una volta evocativo, riportandoci alla sua prosa ricca di dettagli mentre ci trasporta nuovamente nell'Altrove, in un viaggio che si riconferma interiore e votato alla crescita non solo dei personaggi ma anche nostra.


Ma come ci finisce Ceres in quel mondo onirico e cupo dove avevamo seguito David durante la Seconda Guerra mondiale? Semplice, David è poi tornato, cresciuto, ha vissuto e ha scritto un libro, dai dai indovinate quale!? Eh si, proprio quello delle cose perdute, dove racconta la propria avventura, poi, David, è scomparso. Alla sua scomparsa le sue proprietà sono state usate per un ospedale per bambini, quello dove la figlia di Ceres verrà trasportata perché ormai a Londra non c'è più nulla che possa essere fatto per lei. Qui Ceres scopre la storia di David, legge il suo libro che le fa compagnia nei momenti di solitudine dentro la casa della sua infanzia dove è tornata giacché vicina all'ospedale dove Phoebe continua il suo sonno.


Inutile dirvi che la vita di Ceres è distrutta, la figlia è priva di reazioni in un letto, lei non riesce a lavorare, è sola e a volte vorrebbe che tutto finisse. Bisogna però sempre ricordare cosa si desidera e chi potrebbe ascoltare i nostri desideri. E così la camera da letto di Ceres si riempie di una strana edera che prende piede nell'intera casa e Ceres si trova a occupare una delle suite per i genitori all'interno dell'ospedale. Non ci vuole molto prima che decida di esplorare la vecchia casa di David, quell'antica dimora che si dice essere infestata. È qui che l'edera torna a presentarsi nella vecchia stanza di David, inseguendola, ferendola e infine spingendola ad attraversare, raggiungendo l'Altrove.


Quando Ceres arriva, attraversando un albero come era già stato per David, noi ritroviamo volti familiari, possiamo considerare cosa è cambiato dal nostro ultimo soggiorno e cosa, invece, troviamo di nuovo. Ritroviamo il Boscaiolo che si riconferma la guida di cui abbiamo bisogno e mentre esploriamo luoghi di Altrove che ci risultano sconosciuti, esploriamo, come già detto, nuovi reparti del dolore. Connolly ci regala anche questa volta un'opera capace di incantare e di raccontare il potere delle storie e il modo in cui esse rispecchiano la realtà. Dimostrando la sua abilità nel narrare e nell'incantare con una narrazione fiabesca con sfumature dark.


L'autore perfetto per chiunque non ha mai smesso di sognare e compreso che le fiabe, non sono che un riflesso delle nostre emozioni, specialmente quelle più istintive come la paura.










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