
Editore: Plesio Editore
Autoconclusivo
Pagine: 240
Oggi iniziamo la settimana con la recenqualcosa del libro che ha impiegato più tempo e vissuto le più strane peripezie prima di riuscire a giungere finalmente in Casa Sterne. Ha compiuto letteralmente un viaggio epico, più che indicato vista la sua natura di retelling mitologico che ci trasporta nell'Antica Grecia laddove gli eroi che compivano viaggi ed imprese erano stati la quotidianità. Lo stile di Millar è accattivante, cosa che non sempre è così comune in un fantasy storico, semplice e fluida la sua scrittura ci trasporta fra dei e poeti, fra guerra e commedia, etere e ninfe. Insomma, un viaggio che ci riporta alla mente la meraviglia della mitologia.
Ci troviamo ad Atene nel 421 a.C., dove Aristofane cerca di terminare la propria commedia sebbene non abbia i fondi necessari, Luxos cerca di attirare l'attenzione del commediografo per poter avere l'occasione di far conoscere le proprie poesie. Atena vuole aiutare Atene e Sparta, massacrate dalla guerra a raggiungere la pace, per questo incarico sceglie Bremusa, amazzone che partecipò alla guerra di Troia da cui la Dea la salvò. Insieme a Bremusa Atene intende mandare una ninfa che possa aiutare l'amazzone a placare la controparte inviata per alimentare la guerra, Laet. Peccato che la ninfa se ne sia andata e abbia lasciato solamente una delle figlie, beh, piuttosto che niente è meglio piuttosto non è vero?
"Mi chiedo perché quel ragazzo stesse
trasportando così tanti peni."
"Probabilmente perché è un idiota."
Bremusa e Metris, la ninfa, arrivano ad Atene, dove la situazione sembra irrisolvibile, un po' come i peni per il coro di Aristofane che non può concepire di vedersi rubare il primo posto alle Dionise per una seconda volta e si vede sabotare a ogni angolo. Fra i politici di Atene c'è chi, specialmente se ha uno stretto legame con le armi, non vuole assolutamente vedere l guerra terminare e la commedia di Aristofane intitola "La Pace" potrebbe far pendere l'ago dell'assemblea verso la risoluzione del conflitto. Assolutamente inconcepibile. Peccato che il finanziatore della sua commedia sia proprio fra coloro che non vuole il termine della guerra e per di più sia ancora offeso per le battute che Aristofne gli ha dedicato.
Si accasciò su sé stesso. Da che aveva memoria, il suo sogno era quello di arrivare sul palco di un grande teatro ed
esibirsi di fronte a tutta Atene. Ora si chiedeva se sarebbe mai successo. Forse Aristofane aveva ragione.
Forse nessuno era interessato alle sue poesie.
In un Atene sull'orlo della crisi, i personaggi di Millar si intrecciano perfettamente, facendo si che le loro storie portino avanti una narrazione unica di cui sarebbe impossibile perdere ogni punto di vista. Ogni personaggio ha la propria prospettiva della vita, del conflitto che imperversa fra le città e del modo in cui risolvere i propri problemi. Ognuno di loro s'inserisce perfettamente nel coro narrativo e ognuno di loro prima della fine del volume dovrà fare i conti con i propri desideri e i propri doveri. Un viaggio non solo nella commedia greca ma anche nell'animo di coloro che la animano.
Teodota era così scioccata che il vino le andò di traverso,
e i servi dovettero affrettarsi a soccorrerla. Passò un po' di
tempo da quando le cominciarono a battere sulla schiena
al momento in cui tornò in vita. Un giovane servitore
venne mandato a prendere gli oli calmanti.
Aristofane si era fatto minuscolo sulla sedia.
È andata peggio di quanto aspettassi.
L'ho quasi uccisa.
Non posso proseguire ancora, perché qualsiasi piccolo accenno su questo o quel personaggio vi darebbe uno spoiler, sebbene non esplicito, sarebbe un assist che vi permetterebbe di comprendere dove x o y stiano andando, rovinandovi la narrazione durante la lettura. I difetti dei personaggi, nel senso i loro difetti caratteriali non di scrittura, sono quello che ci permette di apprezzarli al meglio, permettendo loro di sfondare la barriera della carta.
Sicuramente un volume che consiglio a tutti i coloro che in un certo punto della loro vita si sono trovati ad amare la Grecia, perché in fin dei conti, chi di noi ha mai smesso di amare e rifugiarsi nella mitologia?

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