Mini Intervista a Clizia Volpe
- Naia Sterne
- 27 mar
- Tempo di lettura: 5 min

Clizia Volpe è cresciuta a videogiochi, libri e cioccolata. Legge e scrive di amori da favola, avventure fuori dall'ordinario e mondi fantastici fin da quando ne ha memoria. Ha una passione esagerata per la poesia, i romanzi rosa, i libri per ragazzi, i gatti(ni) e, ovviamente, Harry Styles. Se non è sul divano a leggere, la si trova in coda per un concerto o su un qualche volo per raggiungere l'altra parte del mondo.
Nel romanzo ci sono numerosi riferimenti alla poesia Portami il girasole di Eugenio Montale e a Montale stesso, vedi anche il tuo pseudonimo, ti va di parlarci di questa tua passione per l’autore?
Potrebbe far sorridere la genesi di questa mia passione perché è nata per una cotta colossale che mi sono presa al liceo per un professore di un’altra scuola, grande appassionato di poesia e letteratura, tra cui appunto Montale. Io diciassettenne, lui con nove anni in più, sbandata ovviamente mai ricambiata. Questo ragazzo però è è stato sempre molto carino con me ed è stato lui ad avermi fatto conoscere la produzione di Montale, in particolare Portami il girasole, quando ha scoperto che era il mio fiore preferito. Da quella poesia mi si è aperto un mondo, ho studiato per davvero Montale all’università e ci ho addirittura scritto due tesi di laurea, giusto per non farmi mancare niente. Era quindi un po’ necessario che in qualche modo ci fosse anche in questo romanzo.
Sappiamo che arrivi da Wattpad, parlaci del tuo percorso!
È iniziato puramente per caso. Da adolescente ho letto tantissime fanfiction su Efp all’inizio e su Wattpad poi, ma non avevo mai pensato di scrivere qualcosa. Poi un giorno, durante un viaggio in treno in cui avevo il cuore a pezzi perché avevo cambiato città per studi lasciando i miei amici della laurea triennale, ho sentito il bisogno di buttare giù qualche riga su come mi sentivo in quel momento. Quelle poche righe sono rimaste abbandonate per settimane tra le note del cellulare, fino a quando non ho incontrato un ragazzo bellissimo intento a leggere sul corrimano vicino ai tornelli di una fermata della metro di Milano e da lì… mi sono fatta un film. Ho iniziato a scrivere la storia di quel ragazzo e piano piano a postarla su Wattpad, ma così, tanto per il gusto di raccontare. Forse più addirittura a me stessa che agli altri.
Come hai vissuto il processo di pubblicazione con Mondadori? C’è stato un momento in cui hai avuto l’epifania che il libro sarebbe arrivato nelle librerie e di conseguenza in mano a noi lettori?
Con ansia. Come vivo qualsiasi cosa della mia vita, ahahaha!
No, scherzi a parte, al netto delle varie angosce, sono stata molto fortunata. Ho avuto un team strepitoso, pronto ad ascoltare tutte le mie paranoie, i miei ripensamenti, riscritture, tagli e inserimenti vari di citazioni. Ho pianto quando mi hanno mostrato la copertina, ma non ho mai realizzato davvero che quella storia nata per caso sarebbe poi diventata un libro. Forse nemmeno quando l’ho visto stampato per la prima volta. A volte me ne stupisco ancora adesso!
Emma e Edoardo hanno un amore intenso, con alcuni ostacoli da affrontare. Come descriveresti il cuore emotivo della storia?
Come una cascata che si abbatte sulle certezze di ciascuno e che è in grado di mettere in discussione quello in cui crediamo, facendoci però restare fedeli a noi stessi. Ma anche come una carezza sull’anima che ci rassicuri che andiamo bene così come siamo e che meritiamo di essere felici sempre, anche quando non lo crediamo possibile.
Se dovessi descrivere il romanzo con una sola frase, quale sarebbe?
Cito le parole che Emma rivolge a Edoardo, nel momento in cui si accorge di essere innamorata di lui e che quello che sta vivendo è mille volte più travolgente e reale di quello che legge di solito nei romanzi che ama. Insomma come un amore da favola, in qualche maniera.
“Mi stai facendo vivere la favola che mai avrei sognato di vivere. Sei entrato nella mia vita e l’hai stravolta: mi hai fatto credere nell’amore di carne, quando io credevo potesse esistere solo quello di carta, di cui ho sempre letto nei miei adorati romanzi”.
Quali temi ritieni importanti per i tuoi lettori e quali messaggi speri che questa lettura porti loro?
Spero che leggendo la storia di Emma e Edoardo i lettori possano capire la bellezza che può derivare dall’accettare se stessi, dal lasciarsi andare e di mostrarsi per quelli che si è, senza avere paura del giudizio degli altri. Ma spero che possano capire anche l’importanza di circondarsi di persone che ci amino davvero, che ci trattino come meritiamo di essere trattati.
E, se posso, auguro loro di trovare quella persona che sia in grado di accoglierli, aspettarli ed essere presenti dove loro mancano.
Nel libro, arte, musica e letteratura sono molto importanti per Emma,
è così anche per te? Chi è Clizia nella vita reale?
Clizia nella vita reale è una versione più grande e adulta di Emma. Ha le stesse sue passioni, gli stessi interessi, le stesse ossessioni, ma meno insicurezze forse, anche se quelle sono sempre difficili da lasciare.
Emma ha tanto di me, soprattutto della me ragazzina, ma ha anche molte caratteristiche di una ragazzina normale di oggi, o almeno lo spero. Sarebbe un onore se qualcuno potesse riconoscersi e identificarsi in lei.
Sei già all’opera su un nuovo libro o hai qualcosa in programma?
Per ora niente in programma, nonostante io abbia in mente una storia che aspetta da un bel po’ di essere raccontata. Ce l’ho tutta in testa, e anche un paio di capitoli abbozzati, ma per ora è davvero troppo presto per parlare di qualcosa di concreto. Voglio godermi per un po’ il mio primo bambino letterario, se lo merita.
Domanda di rito, impossibile sfuggire: qual è il tuo libro preferito?
Aaaah, che difficoltà. Non ho figli, ma credo che la sensazione sia la stessa di quando si chiede a una mamma di scegliere il suo figlio preferito. Ne ho tantissimi e tutti per ragioni diverse, perché ciascuno in qualche maniera mi ha lasciato qualcosa e mi ha reso la lettrice che sono oggi.
La me dodicenne ti direbbe Twilight, la me di quattordici anni Percy Jackson, Harry Potter o Hunger Games, la me di diciannove anni Memorie di Adriano di Marguerite Yourcenar, quella di ventidue Cronache di poveri amanti di Vasco Pratolini. Quella di venticinque Sette minuti dopo la mezzanotte di Patrick Ness.
Quella di oggi? Non lo sa.

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